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Dal macro al micro

L'agrivoltaico diventa trasversale, dalla cultura del paesaggio alle microalghe che crescono sotto i pannelli

L'agrivoltaico è un approccio che mette insieme tre dimensioni, Energia, Agricoltura e una terza estremamente importante, la dimensione del Paesaggio. Perché ci sia armonia tra le tre dimensioni è importante lavorare sulla progettazione con un approccio olistico dove il paesaggio, che diventa anche energetico, apporti valore e bellezza al territorio.

Nel 2021 è stata istituita la Task Force Agrivoltaico Sostenibile, un’iniziativa di Enea, guidata da Alessandra Scognamiglio, costituita da esperti in diversi ambiti (architettura, ingegneria, ambiente, agronomia, informatica, biotecnologia) riuniti in un team interdisciplinare, adatto ad affrontare le diverse tematiche legate ad un approccio complesso come quello dell’agrivoltaico. Lo scopo è promuovere una cultura dell’agrivoltaico e supportarne l’innovazione.

Il potenziale agrivoltaico in Italia

Suoli adeguati all’agrivoltaico

Grado di adeguatezza

Basso

Moderato

Alto

Molto alto

Fonte: Centro Ricerche Enea di Portici

Il potenziale agrivoltaico in Italia

Mappa interattiva del potenziale agrivoltaico nazionale, sviluppata nel Laboratorio di Geomatica del Centro Ricerche ENEA di Portici.
Referente Scientifico: Grazia Fattoruso.

Nota: vengono considerate solo le aree potenzialmente adatte all’agrivoltaico, le aree non adatte non sono evidenziate nella mappa.

Algovoltaico, che cosa è?

Enea ed Enel Green Power hanno progettato e avviato il primo impianto algovoltaico® in Italia che combina la produzione di energia fotovoltaica con la coltivazione di microalghe. Così mentre si produce energia solare, necessaria per la transizione energetica e la decarbonizzazione, si coltivano delle risorse naturali tra le più preziose usate in ambito farmaceutico o alimentare. Quando si dice, una combinazione vincente!

Algovoltaico

Che cosa è?
ENEA ed Enel Green Power hanno progettato e avviato il primo impianto algovoltaico® in Italia, che combina la produzione di energia fotovoltaica con la coltivazione di microalghe.
L’installazione al Centro Ricerche ENEA di Portici si estende su uno spazio di 40 mq, per una potenza di 7 kWp (kilowatt picco) e consente una produzione annua di circa 30 chilogrammi di microalghe essiccate.

Quali i benefici?
L’idea di integrare la produzione di energia solare e la coltura di microalghe può apparire del tutto singolare, eppure ci sono numerosi vantaggi derivanti dall’unione di queste due attività, apparentemente molto lontane.
Le microalghe rappresentano oggi una delle risorse naturali più preziose per la loro estrema versatilità, usate nel campo alimentare, in quello farmaceutico, ma anche nell’ambito cosmetico o in quello dei fertilizzanti. Vengono considerate dei prodotti con un elevato valore e vengono vendute ad un prezzo di mercato discretamente alto che varia tra i 100 e i 600 € al chilogrammo.
Infine, le microalghe portano benefici anche per l’ambiente, grazie all’elevato potere di assorbimento della CO2 (diossido di carbonio), che viene trasformata in biomassa tramite la fotosintesi e permette il rilascio di ossigeno in atmosfera.

Come funziona?
Le microalghe crescono in una soluzione acquosa che scorre all’interno di fotobioreattori, tubi trasparenti in vetro non esposti direttamente al sole ma collocati sotto i moduli fotovoltaici. Grazie alla fotosintesi innescata dall’energia solare e al conseguente assorbimento della CO2, le microalghe crescono all’interno della soluzione fino a quando non raggiungono una densità e uno stato di maturazione tale da poter essere raccolte e separate dall’acqua di crescita, grazie all’utilizzo di una centrifuga.